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IL ROBOT SI ATTIVA E UN LAVORATORE PERDE LA VITA: COME È POSSIBILE?

IL ROBOT SI ATTIVA E UN LAVORATORE PERDE LA VITA

 

Trauma cranico facciale e del rachide cervicale, lesione del midollo spinale.

L’operatore Mario perde la vita svolgendo il proprio lavoro accanto a una macchina robot.

Come è stato possibile?

 

L’INCIDENTE SUL LAVORO

Mario, dipendente di una ditta di produzione di materiale da costruzione, è addetto a un impianto dotato di una macchina robot antropomorfo che preleva, seleziona e accatasta in pacchi i manufatti transitanti sul nastro trasportatore.

La fotocellula posizionata al termine del nastro viene sollecitata da un gesto di Mario, provocando il movimento delle ganasce del robot che, abbassandosi, lo colpiscono alla testa provocandogli lesioni talmente gravi da provocarne il decesso.

 

COME SONO ANDATE LE COSE?

Le indagini svolte hanno fatto emergere i seguenti fatti:

 

❌ la recinzione che circondava l’impianto presentava dei varchi

 e

 ❌ i microinterruttori posizionati sui cancelli di accesso al recinto erano stati disattivati

 e

❌ la protezione fissa installata sull’impianto era facilmente eludibile o rendibile inefficace, e comunque non installata in modo tale da impedire a Mario di accedere a una zona pericolosa

 e

❌ gli elementi mobili del robot non erano muniti di dispositivi di protezione tali da prevenire il rischio di un contatto che ne potesse provocare un infortunio

e

❌ il Manuale di uso e manutenzione indicava il divieto di accesso al personale all'area pericolosa, se non a macchina spenta

 ???? Mario era intento a operare nella parte interna del riparo fisso che circondava l’impianto, con lo stesso in funzione.

 

Sono molteplici quindi le cause che hanno consentito a Mario di andare a svolgere la propria mansione in un'area pericolosa dell'impianto, la quale avrebbe dovuto invece essere adeguatamente recintata e accessibile solo attraverso un corretto funzionamento dei microinterruttori ubicati sui cancelli, così come la macchina robot avrebbe dovuto essere dotata di una carteratura a rete perimetrale. 

 

DI CHI È LA RESPONSABILITÀ?

Il Datore di lavoro di Mario (cioè l'azienda che ha acquistato l'impianto) è risultato l’unico responsabile di questo grave infortunio, colpevole delle seguenti omissioni: 

NON ha preso misure necessarie affinché la macchina fosse installata e usata in conformità alle Istruzioni d’uso, bypassando invece la sicurezza progettata dal Fabbricante attraverso la manomissione delle fotocellule ubicate sulla recinzione, e della protezione fissa installata sull'impianto

NON ha proceduto ad aggiornare la Valutazione dei rischi a seguito delle modifiche apportate alla macchina, la recinzione infatti era stata rivista o modificata rispetto a quella progettata dal Fabbricante, e attualmente presentava dei varchi non previsti

NON ha messo a disposizione del proprio lavoratore un’attrezzatura conforme alle direttive europee di riferimento e ai relativi RESS – Requisiti Essenziali di Sicurezza e tutela della Salute (Direttiva Macchine 2006/42/CE).

 

CONCLUSIONI

Come si è potuto constatare il robot ha svolto i compiti per cui era stato programmato, e il decesso del lavoratore Mario è stato causato ancora una volta dall’assenza di criterio di un essere umano.

Questo grave infortunio dimostra come anche le aziende che acquistano macchine siano tenute a: 

✅ conformarsi alle prescrizioni dettate dal Manuale di Istruzioni (che è il primo dispositivo di sicurezza di una macchina)

✅ svolgere una adeguata Valutazione dei Rischi

✅ conformarsi alle direttive europee di riferimento.

  

Se temi di non essere in regola e necessiti di una consulenza su questi temi contattaci, ne va della tua sicurezza e di quella dei tuoi lavoratori...