By Sara Mazzotti on Thursday, 05 May 2022
Category: Blog

ECONOMIA CIRCOLARE E MANUALE DI DISASSEMBLAGGIO: SAI DI COSA PARLIAMO?



Hai mai sentito parlare di Economia Circolare?

Certo che sì, e sai anche che si tratta un’economia basata su modelli economici più sostenibili, attuabili ad esempio attraverso il riuso o la rigenerazione di materiali, prodotti e componenti, oppure l’impiego di fonti energetiche rinnovabili.
Si tratta di una visione virtuosa dell’economia, che si pone tra gli obiettivi primari quello di ridurre la produzione di rifiuti il più possibile, e questo lo si può fare ad esempio allungando il ciclo di vita di un prodotto.

Il problema però è sempre lo stesso: come passare dalla teoria alla pratica, dalle mere parole ai fatti?

Per i fabbricanti il modo c’è, e te lo spieghiamo!

 

PREMESSA

Che parlare di sostenibilità sia di moda o meno (ne abbiamo parlato qui) una cosa è certa: stiamo assistendo ad un cambio di paradigma reale e tangibile, tanto che anche l’Unione Europea ha emesso indicazioni comunitarie per adottare misure concrete di prevenzione sull’uso e lo scarto di materie prime, e sul fine vita di qualunque tipo di prodotto.

Anche l’Italia si è mossa, e nel 2020 ha recepito le indicazioni europee adottando quattro nuovi Decreti (D.LGS 116/20 - D.LGS 118/20 - D.LGS 119/20 - D.LGS 121/21) che introducono i principi base sulla preservazione delle risorse naturali e la gestione del fine vita dei prodotti.

Questa premessa per noi è fondamentale perché fa capire bene come da qui scaturiscono necessarie e imminenti modifiche al modus operandi dei fabbricanti, da tanti punti di vista.

 

ECONOMIA CIRCOLARE: COSA CAMBIA PER I FABBRICANTI

1️⃣ Innanzitutto cambia il modo di approcciarsi alla progettazione dei propri prodotti, che richiede ora di integrare principi di eco-design ma anche di focalizzarsi sull’intero loro ciclo di vita, prevedendo fin da subito:

✅ come estendere la vita utile dei prodotti

✅ come minimizzare al massimo gli scarti al fine vita

✅ come recuperare, riciclare, riusare gli scarti residui.

Se fino ad oggi infatti la progettazione si fermava (nella maggior parte dei casi) alla fase di design della costruzione di un prodotto, con lo sviluppo di questo nuovo approccio il fabbricante deve necessariamente prendere in considerazione fin dalle prime fasi progettuali anche quella di de-costruzione (Decommissioning), considerando il prodotto non più come un mero rifiuto da eliminare, bensì come un bene a tutti gli effetti, con un proprio valore economico dal quale poter ad esempio recuperare più materiali possibili sotto forma di materie prime seconde (MPS), cioè materie che possono essere re-immesse sul mercato come materie prime pur derivando da scarti o processi di riciclo.

2️⃣ Per progettare processi di de-costruzione ottimali che permettano il recupero della maggior parte dei materiali, il fabbricante deve introdurre criteri di misurazione della circolarità attuale come punto di partenza per approntare azioni volte al miglioramento del suo “punteggio di circolarità”.

Approcciarsi in chiave circolare al processo complessivo di progettazione di un prodotto significa quindi introdurre l’analisi del Life Cycle Assessment (LCA) che attesta l’impatto sull’ambiente del prodotto lungo l’intero suo ciclo di vita, anche in termini di CO2 emessa.

3️⃣ Occorre studiare e redigere nuova Documentazione tecnica che fornisca istruzioni chiare, precise e snelle su come disassemblare correttamente il prodotto, al fine di raggiungere gli obiettivi di circolarità definiti dal fabbricante. Si parla in questo caso del Manuale di Disassemblaggio.

 

 

IL MANUALE DI DISASSEMBLAGGIO (DISASSEMBLY MANUAL)

Il Disassembly Manual è un manuale tecnico che accompagna un prodotto nell’estensione della sua vita utile, e contiene le istruzioni su come disassemblarlo/smontarlo correttamente per consentire:

◼ l’eventuale riparazione (se prevista)

◼ individuazione e separazione delle varie tipologie di materiali e componenti da destinare al corretto riciclo, riuso o smaltimento (nel caso non si possano recuperare).

Il suo contenuto deriva dal processo di studio di de-costruzione visto prima, dal quale sono scaturite le linee-guida per la scelta delle procedure di smontaggio ottimali, come ad esempio:

1️⃣ individuare l’attrezzatura necessaria per il disassemblaggio

2️⃣ definire le modalità per effettuare in sicurezza il disassemblaggio

3️⃣ individuare e scartare i materiali/componenti non recuperabili

4️⃣ suddividere tra loro i materiali/componenti recuperabili e destinarli alla fase successiva.

 

ECONOMIA CIRCOLARE: PERCHÈ CONVIENE AI FABBRICANTI

Le aziende devono fatturare e produrre utile, c’è poco da fare.

Se non bastasse la convinzione che occorre una modifica culturale che sposi i principi universali di sostenibilità a cui tutti quanti dobbiamo ambire e per i quali dobbiamo spenderci, aggiungiamo queste più “stimolanti” ragioni di sicuro interesse per il fabbricante del perché conviene applicare modelli di Economia Circolare:

▶ gestire il trattamento e lo smaltimento di rifiuti tramutandoli in attività di vendita o recupero dei materiali riutilizzabili, trasformando così un “costo scocciatura” in un “gradito ricavo” che fa pure bene alla salute del pianeta… ha tutto il suo perché;

▶ le leggi comunitarie e nazionali iniziano ad essere sempre più attente e stringenti su questi temi (ad esempio l’introduzione da parte della Commissione Europea della Tassonomia Europea), introducendo sempre più obblighi per i fabbricanti (ad esempio l’obbligo di rendicontazione sulla sostenibilità)… essere in regola porta i suoi vantaggi;

▶ il percorso verso la sostenibilità è un’opportunità vera per restare competitivi ed introdurre innovazione nei propri processi, creando valore reale e concreto per tutti… “Chi primo arriva, meglio alloggia” diceva quello;

▶ la reputazione del marchio ne trae beneficio e la fidelizzazione aumenta, poiché comunicare con trasparenza il proprio impegno per la circolarità non è solo una questione di forma ma anche un modo per veicolare l’educazione alla circolarità ai propri clienti, potenziali tali e a tutti gli stakeholder.

 

CONCLUSIONI

Indipendentemente dal proprio grado di sensibilità rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, siamo fermamente convinti che per poter restare sul mercato ed essere competitive, le aziende non possono più far finta di niente, né tantomeno prendere tempo. Anche perché, di tempo, non ne è rimasto poi così tanto.

Attuare soluzioni che incrementino la circolarità deve diventare la priorità per tutti, non adeguarsi a questo cambio di paradigma comporterà quasi certamente la perdita di quote di mercato.

 

Per supportarti in questa fase di transizione verso l’Economia circolare, questo è ciò che possiamo fare per te:

◼ consulenza nelle fasi di eco-design del prodotto e del servizio, sia per la fase di costruzione che per la in fase di disassemblaggio

◼ Analisi del Life Cycle Assessment (LCA)
◼ Analisi del Life Cycle Costing (LCC)
◼ Report finale e eventuale certificazione EPD (Environmental Product Declaration)
◼ Report non finanziario NFRD (Non-Financial Reporting Directive)
◼ Progettazione e redazione del Manuale di Disassemblaggio (Disassembly Manual).

 

Devi provvedere a queste attività? Contattaci o vieni a trovarci!

 
Ph: Pixabay